S.Maria delle Grazie

Stando alla tradizione ed ad alcuni documenti, la chiesa
inferiore di S. Maria delle Grazie sembra essere di
molto precedente a quella superiore, se ad essa è riferita la
citazione “Plebem Sanctae Mariae in Cornu”, presente nella
Bolla di Anastasio IV emessa nel 1153 a favore della chiesa reatina.
Attiguo alla chiesa inferiore si trova l’antico Oratorio della Confraternita “Pietà e Grazie” (fondata nel XV secolo), presso il quale nel 1594 fu eretto un
monte di pietà, dotato dagli stessi Confratelli, ( Bolla Pontificia di Nicolò V).

Deposizione di Cristo XVI Sec.

Tra le opere d’arte della chiesa inferiore una menzione a parte meritano una cinquecentesca maestosa Pietà, di scuola abruzzese, ottima copia in legno (castagno) policromo dell’originale michelangiolesco e una suggestiva Deposizione, in terracotta policroma (XVI secolo).

Madonna della Pietà Sec. XVI

Quest’opera è composta da una dozzina di personaggi, dai tratti tipicamente popolari: incarnati rosa denso, lineamenti marcati, chiome ricciute o a grumi densi o a folte e pesanti ondulazioni. Al centro della composizione spicca la massiccia
croce dalla quale Cristo viene lentamente e pietosamente
calato da Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo: il primo indossa un turbante scuro e un giubbone turchino e si regge al patibolo con il braccio sinistro,
mentre con il destro tiene un capo dello stretto e robusto panno avvolto intorno al torace del Cristo; il secondo, con un cercine attorcigliato intorno alla folta chioma, sorregge da sinistra il corpo esangue del Crocifisso, appoggiando la guancia e la sua mano sul viso e sul corpo del Cristo. Ai piedi della croce siede la Maddalena, vestita a lutto, con la testa tristemente
china, mentre alla sua destra una Pia donna e San Giovanni Evangelista, in piedi, reggono il lenzuolo con il quale il corpo di Gesù fu collocato nel sepolcro. Alla sinistra del gruppo centrale (la croce) un’altra Pia donna si abbandona al gesto sconsolato di allargare le braccia, di fianco altre due pie donne sorreggono la Vergine svenuta: tutte indossano abiti e
manti di un cupo turchino. Quest’opera, ricca di patos e di drammatico realismo, è attribuibile a figuli abruzzesi, forse di Montereale.
Della stessa scuola è la statua lignea di San Rocco risalente allo stesso periodo. Da segnalare sono, inoltre, due belle cantorie una delle quali conserva un organo dei primi del XVII secolo, da attribuire al famoso organaro leonessano Luca Neri, unico esemplare rimasto della scuola “originaria”leonessana.

Attiguo alla chiesa inferiore si trova l’antico oratorio della Confraternita Pietà e Grazie, ora adibito a sagrestia. La data di realizzazione dell’oratorio non si conosce, ma da un’iscrizione sappiamo che sovrintendette ai lavori un mastro Lombardo “Mastro Tar..Bian..uni Lombardo”. La volta, restaurata nel 2001, è decorata con affreschi votivi raffiguranti alcuni episodi della vita della Vergine, del nuovo e del Vecchio Testamento. Grandi cornici di colore rosso e altre più sottili in giallo, decorazioni fantastiche di carattere esoterico, fogliami, elaborate geometrie, figure immaginarie, stemmi di Leonessa,
inquadrano le scene sacre. Al centro della volta troneggia l’immagine della Vergine circondata da un recante la scritta “IO BERNARDINUS DE JDICIBUS
– I – VD”: Bernardino Giudici, il Priore della Confraternita. Sono effigiati nella volta anche altri nomi di Confratelli con i relativi stemmi di famiglia: Falconi, Antonelli, Garofano, Colandrea, Cicioni.
Gli affreschi sono di pregevole fattura sia a livello di decorazione pittorica, sia per la qualità delle scene raffigurate nei riquadri che presentano elementi affini al Manierismo Romano e alla scuola degli Zuccari.
Furono eseguiti, come si legge da un’iscrizione, nel 1610, probabilmente dal pittore leonessano Gioacchino Colantoni, che fu anche uno dei Priori di Leonessa, nonché adepto della Confraternita Pietà e Grazie,

San Rocco XVI Sec.


come dimostra la presenza del suo nome in uno dei cartigli affrescati.
Da notare che il pittore leonessano fu guarito da una grave malattia agli occhi da San Giuseppe da Leonessa, per cui è lecito ipotizzare che abbia eseguito gli affreschi suddetti anche come ex voto. Sulla parete Sud-Est dell’Oratorio si trova l’altare della Madonna del Soccorso, con una pregevole tela del XVI secolo, di ignoto pittore Umbro. Si tratta di
un dipinto votivo fatto eseguire dalla Confraternita. La Vergine è Incoronata da due angeli ed è avvolta in un mantello stellato, chiuso sul petto da un fermaglio a forma di cherubino, che abbraccia quattro devoti in preghiera. Sul petto di uno di essi è riprodotto in miniatura il quadro stesso.

(Luigi Nicoli – “Leonessa, la Città di San Giuseppe” – ed. Leonessa e il Suo Santo” – Foto : Anavio Pendenza)

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